mercoledì 11 febbraio 2015
Come è caduto in basso Dylan Dog... Diventerà testimonial del bullismo?
Al Festival di Sanremo un certo Alessandro Siani, che a quanto pare sarebbe un "comico", si è rivolto a un bambino sovrappeso seduto in prima fila dicendo ''Ci entri nella poltrona?''. Poi il cosiddetto comico ha proseguito dicendo: ''Pensavo fosse una comitiva e invece era solo''.
Roberto Recchioni, supervisore della serie Dylan Dog e da alcuni mesi scrittore principale dei fumetti del personaggio creato da Tiziano Sclavi, ha scritto nel suo profilo di Facebook due messaggi in difesa di Siani:
"Una società che si proclama tutta Charlie Hebdo che si scandalizza perché un comico fa una battuta su un bimbo grasso.
Madonna se dobbiamo bruciare male."
"Se iniziamo a dire che non si possono sfottere i grassoni, finiremo pure a difendere froci e negri."
Il secondo messaggio è stato rimosso da Facebook.
Perché i commenti di Recchioni facciano schifo è evidente anche alle persone non troppo intelligenti. A chi si trova al di sotto di questa soglia dico brevemente che la satira rivolta a chi è indifeso e non ha fatto nulla per meritare la derisione si chiama bullismo.
Suona strano che un personaggio come Dylan Dog, nei cui fumetti venivano tradizionalmente difesi i "mostri" (intesi come gli emarginati: una vittima del bullismo può rientrare benissimo fra essi), abbia oggi come autore principale una persona che trova divertente "sfottere i grassoni" di dodici anni che non si possono difendere.
Fosse solo questo il problema di Dylan Dog... L'altro enorme problema è che gli ultimi numeri della serie sono addirittura più brutti di quelli precedenti al rilancio, che già facevano pena. Se all'oscenità delle storie si aggiunge la possibilità nemmeno troppo remota che Dylan Dog diventi un testimonial del bullismo, si può intuire facilmente quanto è caduta in basso la serie.
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