Il numero di novembre della rivista bolognese Piazza Grande è dedicato interamente ai fumetti.
Dalla pagina di Facebook di Piazza Grande:
Gulp!
Il numero di novembre di Piazza Grande è dedicato ai fumetti e le
sorprese partono dalla copertina, un inedito Dylan Dog (grazie
all'editore Bonelli) legge Piazza Grande insieme a Groucho Marx in una
tavola originale disegnata da Alessandro Poli per il giornale di strada.
Il disegnatore, intervistato da Roberta Cristofori, parla del suo
mestiere.“È fuorviante elencare in sole
due righe il prodotto di 10 anni di lavoro. Sì perché, anche se al di
fuori potrà apparire come un lavoro da artisti “rockstar” (come amava
definirsi Andrea Pazienza), in realtà si tratta di un lavoro fatto di
tanta fatica, determinazione, e molto solitario”
Nelle pagine interne, l'attenzione è puntata sulle autoproduzioni e sul “fumetto di realtà”.
Un fenomeno che ha avuto una grande diffusione a Bologna (e nel resto
d’Italia) negli ultimi anni. Molte sono le riviste autoprodotte, nate
inizialmente sul web a opera di fumettisti e illustratori. Come ad
esempio Delebile, che ha preso vita in occasione del Bilbolbul 2010 e
che ha presentato alla scorsa Lucca Comics la nuova antologia Mother che
raccoglie autori di diverse nazionalità. Anche Teiera, etichetta di
Giulia Sagramola e Crisitina Spanò, ha debuttato al BilBolBul 2010:
pubblica monografie create ad hoc dagli autori coinvolti. La Trama, nata
come blog, si occupa di un certo tipo fumetto che rispecchia situazioni
del tutto aderenti alla realtà, mentre i primi ad aver messo a
disposizione in rete storie a fumetti scaricabili in pdf direttamente
dal lettore sono stati i Self Comics, etichetta creata da Luca Vanzella e
Luca Genovese.
Secondo Emilio Varrà, intervistato da Alessia
Melchiorre, cofondatore dell’associazione culturale Hamelin e docente
presso l’Accademia delle Belle Arti, “l'autoproduzione negli anni
Settanta e Ottanta era più una scelta di campo ideologica, un modo per
distinguersi dalla “produzione di massa”. Oggi, invece, nella mentalità
dei giovani artisti è concepita più come una fase di passaggio prima del
salto alla grande editoria.”
Con Carlo Gubitosa, direttore
della rivista Mamma!, si parla di graphic journalism. “Ci rivolgiamo a
chiunque abbia una mentalità critica – dice Gubitosa intervistato da
Giorgia Gruppioni - a chi non è abituato a ragionare per schemi, a chi
non fa del senso d’appartenenza una fonte di preconcetti.” Ma quanto
spazio c’è in Italia per il graphic journalism? “Semplicemente, non c’è.
I grandi editori non vedono un potenziale mercato per queste forme
d’espressione e informazione. Le poche iniziative presenti sono
autoprodotte e non supportate dai grossi gruppi editoriali.”
Sulla stessa linea Gianluca Costantini, autore, disegnatore e blogger:
“Lotto con il disegno, il mio è un attivismo grafico”. “Nel ‘98 conobbi
Aleksandar Zograf – continua Costantini intervistato da Andrea Prandini -
nel periodo in cui veniva bombardata la Serbia, lui mi aprì gli occhi.
Avrei potuto parlare di cose vere alle persone comuni, avevo capito che
il fumetto era altro, non quello che ci avevano fatto passare. Il
fumetto può aiutare a comprendere la realtà, non perché “è più facile e
comprensibile per i più stupidi, il fumetto è molto difficile da
leggere, la sua struttura è molto complessa. Ma perché affronta i temi
in maniera completamente diversa e si distacca dal didascalico.”
Nino Giordano insieme al suo compagno Fabio Freddi sono proprietari
della casa editrice Renbooks, la prima realtà, tutta made in Italy,
specializzata nella pubblicazione e distribuzione di fumetti a tematiche
Lgbt. Storie che aiutano i giovani a capire le loro identità e a
parlarne con i genitori. “L’Italia è pronta per questo tipo di stampa ma
la cosa che più dispiace è che su Internet vendiamo tanto, nelle
librerie decisamente meno – racconta Nino intervistato da Irene Leonardi
– Probabilmente qualcuno ancora si vergogna a comprare questi fumetti e
affrontare gli sguardi. Alcune librerie, per dirla tutta, non
distribuiscono i nostri fumetti perché loro non hanno, dicono, clientela
di questo tipo”
In chiusura un'altra tavola originale
disegnata per Piazza Grande, l'autore e Roberto di Rocco, con i testi di
Francesca Mezzadri. “Competenze linguistiche” è il titolo della storia
di una persona senza dimora arrivato a Bologna dopo una lunga
peregrinazione europea.
Nessun commento:
Posta un commento