Il
Corriere della Sera ha pubblicato
un libro pirata con le vignette di autori come Giuseppe Palumbo, Leo Ortolani, Roberto Recchioni, Gianluca Costantini, Alberto Corradi e Don Alemanno.
Dopo avere scoperto che le proprie opere erano state pubblicate senza autorizzazione, gli autori hanno protestato in vari modi. Alcuni esempi:
- Leo Ortolani con
una vignetta satirica.
- Giacomo Bevilacqua con un
articolo pubblicato su Wired.
- Roberto Recchioni
con una lettera aperta e una vignetta satirica.
Naturalmente la notizia ha sollevato un polverone. A questo proposito si possono leggere gli articoli su
Fanpage,
Linkiesta e
Fumettologica.
Uno degli aspetti peggiori della vicenda è stata la reazione del
Corriere della Sera alle critiche.
Il direttore Ferruccio de Bortoli ha scritto questa frase
su Twitter:
"
Per il libro i ricavi vanno a , il non guadagna, i diritti agli autori sono riconosciuti(pag.4)"
Non c'è bisogno di commentare... Aggiungo solo che il twit di de Bortoli ha ricevuto
svariate risposte sarcastiche.
Inoltre, nel pomeriggio del 15 gennaio (il giorno dopo che il libro era stato distribuito) la redazione del Corriere ha spedito agli autori una lettera non firmata proveniente dall'indirizzo marketing@corriere.it (copio il testo ricevuto da Gianluca Costantini, pubblicato dall'autore
nella sua pagina di Facebook):
"
Buongiorno Signor Costantini,
La contatto in merito alla pubblicazione del libro “Je Suis Charlie” distribuito dal 14 gennaio con il Corriere della Sera.
In seguito ai fatti di Parigi abbiamo deciso di realizzare un volume
per raccontare come la Rete e i vignettisti abbiano espresso la
solidarietà alle persone colpite dagli attacchi di Charlie Hebdo, ma
anche per aiutare concretamente la redazione della rivista a cui sono
destinati tutti i proventi dell’iniziativa.
Abbiamo in tal senso
trovato l’appoggio di tanti suoi colleghi vignettisti che ci hanno
contattato nelle ore immediatamente successive ai tragici fatti di
Parigi per inviarci contributi e aiutarci a individuare le migliori
vignette apparse sulla Rete, fra cui la sua.
L’urgenza di
rispondere in tempi rapidi per dare massimo sostegno alla libertà di
stampa e solidarietà alla redazione di Charlie Hebdo potenziando la
raccolta fondi, non ci ha permesso di rintracciare e contattare tutti
gli aventi diritto già prima della pubblicazione (ieri sera avevamo
raggiunto un terzo delle comunicazioni), pur essendo consapevoli che
ogni singola proprietà intellettuale, come è una vignetta, necessiti di
un’autorizzazione per la sua pubblicazione. Anche per questo abbiamo
inserito nella parte iniziale del libro la "nostra disponibilità verso
gli aventi diritto che non siamo riusciti a reperire".
Scusandoci
per il ritardo nell’invio di questa comunicazione, rimane per noi
importante spiegare a tutti il senso di questa iniziativa e contare sul
sostegno suo come su quello di tutti gli altri autori per mantenere alta
l’attenzione sul senso della tragedia avvenuta a Parigi.
Colgo l’occasione per chiederle un suo indirizzo per inviarle alcune copie del libro.
Cordiali saluti
Corriere della Sera"
Si tratta di un palese e maldestro tentativo di metterci una pezza che non fa altro che peggiorare la brutta figura fatta dal
Corriere pubblicando le vignette senza autorizzazione.
E' evidente, infatti, che i redattori del
Corriere se ne erano infischiati di contattare gli autori prima della pubblicazione del libro, altrimenti sarebbero riusciti a rintracciarli: lo scopo primario di Facebook non è scaricare immagini protette da diritto d'autore per fare libri pirata, ma contattare le persone scrivendo messaggi pubblici o privati. E poi gli autori hanno un telefono...
Su Facebook la lettera è stata commentata così da Costantini:
"
Il
problema non è il lavoro che non vale niente. Per loro siamo noi, come
persone, che non valiamo niente. Il 90% dei disegnatori avrebbe dato il
disegno gratuitamente se contattati. Era facile, ma non VOLEVANO farlo. E
per loro anche i disegnatori Charlie Hebdo non valgono niente. Gli
interessa solo il profitto e la loro immagine."